Banche, il sistema dei prestiti si è inceppato

L’anno d’oro delle banche italiane, con gli utili andati quasi al raddoppio sui già lusinghieri risultati del 2022, non si è tramutato in un anno altrettanto prodigo sul fronte del credito a imprese e famiglie.

Una sorta di paradosso: le banche non sono mai state così in salute nell’ultimo decennio, sia sul fronte della redditività sia sul fronte della solidità patrimoniale, eppure sul fronte dei volumi di prestito la macchina si è inceppata.

La restrizione creditizia, scrive MF-Milano Finanza, si è anzi approfondita nell’arco dell’intero 2023 e perdura tuttora.

A febbraio 2024, secondo l’ultimo rapporto dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, il calo dei prestiti a imprese e famiglie si è tradotto in una contrazione del 2,7% su base annua.

Con una forbice tra imprese e famiglie, dato che per le prime il taglio dei volumi di credito è stato a gennaio del 4% e di solo l’1,3% per le famiglie. A livello quantitativo in un anno sono così mancati prestiti a famiglie e imprese per un totale di 44 miliardi di euro.

È il credit crunch che non ti aspetti, visto che le banche scoppiano di salute avendo più che pulito i bilanci dalle scorie delle sofferenze che per anni hanno zavorrato i conti.

Non solo ma hanno anche vinto alla grande la partita con il governo sulla cosiddetta tassa sugli extra-profitti, riuscendo non solo a non versare un euro alle casse dello Stato, ma ottenendo di mandare a riserva i profitti aggiuntivi, rinforzando così i patrimoni.

Una congiuntura più che felice quindi, che dovrebbe vedere in teoria un incremento dei volumi di credito e non una contrazione.

In genere la tesi delle banche, che viene proposta dalla stessa Abi nelle fasi di contrazione del credito, è che ha frenato la domanda da parte soprattutto delle imprese per il deterioramento del quadro macro-economico.

Probabile, ma forse anche l’offerta ha contribuito.

In fondo con i tassi saliti a razzo, per la stretta monetaria della Bce, e riversati sulla clientela un calo dei volumi non mette affatto a repentaglio la redditività nel prestare denaro che anzi in virtù dell’impennata dei tassi si è incrementata fortemente.

La media in Europa vede una contrazione a fine gennaio del 2024 solo dello 0,5%.

Con Paesi come la Germania, che ha la caduta più ampia del pil e sfiora la recessione, che ha visto i prestiti scendere solo dello 0,7%.

In Francia il taglio è dello 0,9%.

Solo Portogallo e Spagna hanno visto cali significativi (-1,6% e -3,1% rispettivamente) ma in tono minore rispetto al nostro Paese.

E anche sul fronte dei tassi praticati sui finanziamenti l’Italia spicca in alto.

Fonte: www.ripartelitalia.it